Che Ansia!
Indice
Sintomi dell'Ansia
- affaticabilità
- bocca asciutta
- brividi
- contrazioni muscolari
- diarrea
- mal di stomaco
- minzione frequente
- nausea
- sensazione di nodo alla gola
- sensazione di soffocamento
- sudorazione eccessiva
- tachicardia
- tremori
- vampate di calore
- vertigini
Che Ansia!
Quante volte lo abbiamo detto ad alta voce o ce lo siamo detti tra le comode mura della nostra mente.
Cos'è l'ansia?
Partiamo col dire una cosa ovvia: l’ansia è una sensazione spiacevole.
Quel mix di affannosa agitazione, preoccupazione e senso di apprensione non ci fa star bene e può rovinare la nostra vita quotidiana.
Può essere riferita ad una persona, un oggetto o un evento di cui abbiamo timore, oppure, in altri casi, possiamo provare questo spiacevole sentimento senza alcuna ragione apparente. Più semplicemente: a volte sappiamo a cosa ricondurre l’ansia, altre volte no.
Malgrado non sia una compagna piacevole, l’ansia ha tuttavia una sua utilità e non è corretto figurarsela come un nemico.
A cosa serve l’ansia?
L’ansia è un dispositivo di allarme fisiologico che svolge la funzione adattiva di metterci in guardia rispetto ad una situazione pericolosa, dandoci così la possibilità di reagire al fine di evitare un pericolo.
Ad esempio, se ci trovassimo nella savana di notte e sentissimo lo scricchiolio di un ramo spezzato proveniente dalla penombra, probabilmente ci troveremmo in uno stato di agitazione e forte apprensione, dovuto al timore di incontrare un leone, un serpente velenoso o qualche altro pericolo che possa mettere a rischio la nostra vita. Questo stato di allarme permetterebbe al nostro organismo di prepararsi a reagire al pericolo con una delle due soluzioni possibili: attacco o fuga.
Nell’esempio appena descritto ci daremmo alla fuga e una volta raggiunta una zona di sicurezza e deciso che il pericolo è passato, anche questo stato di allarme passerebbe, portando via con sé la sgradevole sensazione.
Molto spesso però non è una situazione oggettivamente pericolosa ad innescare la risposta ansiogena ma, piuttosto, qualcosa che di per sé non è minaccioso ma che abbiamo associato ad un ricordo pauroso.
Ansia normale e ansia patologica
L’ansia è sempre legittima, nel senso che vi è sempre un motivo che fa sì che questa risposta si attivi.
Inoltre, è un meccanismo naturale portato fino ai giorni nostri perché risultato utile all’evoluzione della nostra specie, per cui risulta più corretto parlare di ansia adattiva e ansia disadattiva piuttosto che di ansia normale e ansia patologica.
L’ansia adattiva si riferisce a tutte quelle situazioni in cui la risposta ansiogena favorisce il nostro adattamento all’ambiente.
Se ci trovassimo a 2 metri da un leone affamato, probabilmente uno stato di rilassamento muscolare non ci aiuterebbe a far fronte al pericolo, per cui la risposta ansiogena risulterebbe la miglior opzione a nostra disposizione per prepararci all’azione.
Sebbene invece sia normale avvertire un po’ di ansia prima di un esame o un colloquio di lavoro, oltre un certo grado di intensità questa può peggiorare la nostra prestazione (ansia disadattiva), complicandoci la vita.
Cause dell’ansia
Le cause dell’ansia possono essere molteplici e coinvolgono sia fattori psicologici che biologici e sociali.
Può comparire in seguito ad eventi stressanti che apportano un cambiamento significativo nel nostro ambiente fisico e psicologico, come la fine di una relazione amorosa o l’esposizione a calamità naturali come terremoti e alluvioni, o in presenza di specifiche condizioni mediche quali aritmie, asma, insufficienza cardiaca, patologie endocrino-metaboliche e dell’apparato respiratorio.
Inoltre una varietà di farmaci e sostante stupefacenti sono in grado di causare l’ansia: anfetamine, cocaina e corticosteroidi, sedativi ed altre sostanze. L’ansia può essere presente anche nella condizione di astinenza da alcol o essere direttamente causata dalla caffeina.
Infine, spesso l’ansia si presenta in assenza di cause evidenti, ma comunque presenti ed effettive, come nel caso di alcune dinamiche attive a livello inconscio.
Disturbi d’ansia
Quando l’ansia assume caratteristiche di dominanza e intensità rilevanti può configurarsi come un disturbo d’ansia.
Ogni disturbo d’ansia ha una sua sintomatologia caratteristica ma, in generale, la situazione merita di essere approfondita quando l’ansia:
- non si esaurisce spontaneamente nel giro di pochi giorni o continua a ripresentarsi;
- non è imputabile a cause conosciute (assunzione di farmaci, presenza di condizione medica specifica o evento stressante direttamente collegato);
- è così angosciante da interferire con le attività quotidiane di una persona.
Trattamento per l’ansia
I trattamenti previsti sono di tipo psicologico, farmacologico o combinato.
Il trattamento farmacologico mira a contenere il sintomo ma non elimina la causa che produce l’ansia (tranne che per alcune condizioni mediche specifiche). Può essere utile per contenere i sintomi dell’ansia se questi sono molto intensi ma non si tratta di un trattamento risolutivo. Bisogna fare poi attenzione, come per tutti i medicinali, al loro utilizzo, in quanto la maggior parte dei farmaci utilizzati per l’ansia non può essere utilizzata per lunghi periodi di tempo a causa degli importanti effetti collaterali prodotti.
Quindi, se l’obiettivo è quello di liberarci dall’ansia che proviamo, allora è richiesto un trattamento di tipo psicologico, che miri ad individuare e gestire le cause dell’ansia, in modo da liberare il soggetto da questa condizione di malessere.
Indice
Sintomi dell'Ansia
- affaticabilità
- bocca asciutta
- brividi
- contrazioni muscolari
- diarrea
- mal di stomaco
- minzione frequente
- nausea
- sensazione di nodo alla gola
- sensazione di soffocamento
- sudorazione eccessiva
- tachicardia
- tremori
- vampate di calore
- vertigini
Che Ansia!
Quante volte lo abbiamo detto ad alta voce o ce lo siamo detti tra le comode mura della nostra mente.
Cos'è l'ansia?
Partiamo col dire una cosa ovvia: l’ansia è una sensazione spiacevole.
Quel mix di affannosa agitazione, preoccupazione e senso di apprensione non ci fa star bene e può rovinare la nostra vita quotidiana.
Può essere riferita ad una persona, un oggetto o un evento di cui abbiamo timore, oppure, in altri casi, possiamo provare questo spiacevole sentimento senza alcuna ragione apparente. Più semplicemente: a volte sappiamo a cosa ricondurre l’ansia, altre volte no.
Malgrado non sia una compagna piacevole, l’ansia ha tuttavia una sua utilità e non è corretto figurarsela come un nemico.
A cosa serve l’ansia?
L’ansia è un dispositivo di allarme fisiologico che svolge la funzione adattiva di metterci in guardia rispetto ad una situazione pericolosa, dandoci così la possibilità di reagire al fine di evitare un pericolo.
Ad esempio, se ci trovassimo nella savana di notte e sentissimo lo scricchiolio di un ramo spezzato proveniente dalla penombra, probabilmente ci troveremmo in uno stato di agitazione e forte apprensione, dovuto al timore di incontrare un leone, un serpente velenoso o qualche altro pericolo che possa mettere a rischio la nostra vita. Questo stato di allarme permetterebbe al nostro organismo di prepararsi a reagire al pericolo con una delle due soluzioni possibili: attacco o fuga.
Nell’esempio appena descritto ci daremmo alla fuga e una volta raggiunta una zona di sicurezza e deciso che il pericolo è passato, anche questo stato di allarme passerebbe, portando via con sé la sgradevole sensazione.
Molto spesso però non è una situazione oggettivamente pericolosa ad innescare la risposta ansiogena ma, piuttosto, qualcosa che di per sé non è minaccioso ma che abbiamo associato ad un ricordo pauroso.
Ansia normale e ansia patologica
L’ansia è sempre legittima, nel senso che vi è sempre un motivo che fa sì che questa risposta si attivi.
Inoltre, è un meccanismo naturale portato fino ai giorni nostri perché risultato utile all’evoluzione della nostra specie, per cui risulta più corretto parlare di ansia adattiva e ansia disadattiva piuttosto che di ansia normale e ansia patologica.
L’ansia adattiva si riferisce a tutte quelle situazioni in cui la risposta ansiogena favorisce il nostro adattamento all’ambiente.
Se ci trovassimo a 2 metri da un leone affamato, probabilmente uno stato di rilassamento muscolare non ci aiuterebbe a far fronte al pericolo, per cui la risposta ansiogena risulterebbe la miglior opzione a nostra disposizione per prepararci all’azione.
Sebbene invece sia normale avvertire un po’ di ansia prima di un esame o un colloquio di lavoro, oltre un certo grado di intensità questa può peggiorare la nostra prestazione (ansia disadattiva), complicandoci la vita.
Cause dell’ansia
Le cause dell’ansia possono essere molteplici e coinvolgono sia fattori psicologici che biologici e sociali.
Può comparire in seguito ad eventi stressanti che apportano un cambiamento significativo nel nostro ambiente fisico e psicologico, come la fine di una relazione amorosa o l’esposizione a calamità naturali come terremoti e alluvioni, o in presenza di specifiche condizioni mediche quali aritmie, asma, insufficienza cardiaca, patologie endocrino-metaboliche e dell’apparato respiratorio.
Inoltre una varietà di farmaci e sostante stupefacenti sono in grado di causare l’ansia: anfetamine, cocaina e corticosteroidi, sedativi ed altre sostanze. L’ansia può essere presente anche nella condizione di astinenza da alcol o essere direttamente causata dalla caffeina.
Infine, spesso l’ansia si presenta in assenza di cause evidenti, ma comunque presenti ed effettive, come nel caso di alcune dinamiche attive a livello inconscio.
Disturbi d’ansia
Quando l’ansia assume caratteristiche di dominanza e intensità rilevanti può configurarsi come un disturbo d’ansia.
Ogni disturbo d’ansia ha una sua sintomatologia caratteristica ma, in generale, la situazione merita di essere approfondita quando l’ansia:
- non si esaurisce spontaneamente nel giro di pochi giorni o continua a ripresentarsi;
- non è imputabile a cause conosciute (assunzione di farmaci, presenza di condizione medica specifica o evento stressante direttamente collegato);
- è così angosciante da interferire con le attività quotidiane di una persona.
Trattamento per l’ansia
I trattamenti previsti sono di tipo psicologico, farmacologico o combinato.
Il trattamento farmacologico mira a contenere il sintomo ma non elimina la causa che produce l’ansia (tranne che per alcune condizioni mediche specifiche). Può essere utile per contenere i sintomi dell’ansia se questi sono molto intensi ma non si tratta di un trattamento risolutivo. Bisogna fare poi attenzione, come per tutti i medicinali, al loro utilizzo, in quanto la maggior parte dei farmaci utilizzati per l’ansia non può essere utilizzata per lunghi periodi di tempo a causa degli importanti effetti collaterali prodotti.
Quindi, se l’obiettivo è quello di liberarci dall’ansia che proviamo, allora è richiesto un trattamento di tipo psicologico, che miri ad individuare e gestire le cause dell’ansia, in modo da liberare il soggetto da questa condizione di malessere.
Soffri di ansia?
Parliamone insieme
Che Ansia!
Che Ansia!
Quante volte lo abbiamo detto ad alta voce o ce lo siamo detti tra le comode mura della nostra mente.
Cos'è l'ansia?
Partiamo col dire una cosa ovvia: l’ansia è una sensazione spiacevole.
Quel mix di affannosa agitazione, preoccupazione e senso di apprensione non ci fa star bene e può rovinare la nostra vita quotidiana.
Può essere riferita ad una persona, un oggetto o un evento di cui abbiamo timore, oppure, in altri casi, possiamo provare questo spiacevole sentimento senza alcuna ragione apparente. Più semplicemente: a volte sappiamo a cosa ricondurre l’ansia, altre volte no.
Malgrado non sia una compagna piacevole, l’ansia ha tuttavia una sua utilità e non è corretto figurarsela come un nemico.
A cosa serve l’ansia?
L’ansia è un dispositivo di allarme fisiologico che svolge la funzione adattiva di metterci in guardia rispetto ad una situazione pericolosa, dandoci così la possibilità di reagire al fine di evitare un pericolo.
Ad esempio, se ci trovassimo nella savana di notte e sentissimo lo scricchiolio di un ramo spezzato proveniente dalla penombra, probabilmente ci troveremmo in uno stato di agitazione e forte apprensione, dovuto al timore di incontrare un leone, un serpente velenoso o qualche altro pericolo che possa mettere a rischio la nostra vita. Questo stato di allarme permetterebbe al nostro organismo di prepararsi a reagire al pericolo con una delle due soluzioni possibili: attacco o fuga.
Nell’esempio appena descritto ci daremmo alla fuga e una volta raggiunta una zona di sicurezza e deciso che il pericolo è passato, anche questo stato di allarme passerebbe, portando via con sé la sgradevole sensazione.
Molto spesso però non è una situazione oggettivamente pericolosa ad innescare la risposta ansiogena ma, piuttosto, qualcosa che di per sé non è minaccioso ma che abbiamo associato ad un ricordo pauroso.
Ansia normale e ansia patologica
L’ansia è sempre legittima, nel senso che vi è sempre un motivo che fa sì che questa risposta si attivi.
Inoltre, è un meccanismo naturale portato fino ai giorni nostri perché risultato utile all’evoluzione della nostra specie, per cui risulta più corretto parlare di ansia adattiva e ansia disadattiva piuttosto che di ansia normale e ansia patologica.
L’ansia adattiva si riferisce a tutte quelle situazioni in cui la risposta ansiogena favorisce il nostro adattamento all’ambiente.
Se ci trovassimo a 2 metri da un leone affamato, probabilmente uno stato di rilassamento muscolare non ci aiuterebbe a far fronte al pericolo, per cui la risposta ansiogena risulterebbe la miglior opzione a nostra disposizione per prepararci all’azione.
Sebbene invece sia normale avvertire un po’ di ansia prima di un esame o un colloquio di lavoro, oltre un certo grado di intensità questa può peggiorare la nostra prestazione (ansia disadattiva), complicandoci la vita.
Cause dell’ansia
Le cause dell’ansia possono essere molteplici e coinvolgono sia fattori psicologici che biologici e sociali.
Può comparire in seguito ad eventi stressanti che apportano un cambiamento significativo nel nostro ambiente fisico e psicologico, come la fine di una relazione amorosa o l’esposizione a calamità naturali come terremoti e alluvioni, o in presenza di specifiche condizioni mediche quali aritmie, asma, insufficienza cardiaca, patologie endocrino-metaboliche e dell’apparato respiratorio.
Inoltre una varietà di farmaci e sostante stupefacenti sono in grado di causare l’ansia: anfetamine, cocaina e corticosteroidi, sedativi ed altre sostanze. L’ansia può essere presente anche nella condizione di astinenza da alcol o essere direttamente causata dalla caffeina.
Infine, spesso l’ansia si presenta in assenza di cause evidenti, ma comunque presenti ed effettive, come nel caso di alcune dinamiche attive a livello inconscio.
Disturbi d’ansia
Quando l’ansia assume caratteristiche di dominanza e intensità rilevanti può configurarsi come un disturbo d’ansia.
Ogni disturbo d’ansia ha una sua sintomatologia caratteristica ma, in generale, la situazione merita di essere approfondita quando l’ansia:
- non si esaurisce spontaneamente nel giro di pochi giorni o continua a ripresentarsi;
- non è imputabile a cause conosciute (assunzione di farmaci, presenza di condizione medica specifica o evento stressante direttamente collegato);
- è così angosciante da interferire con le attività quotidiane di una persona.
Trattamento per l’ansia
I trattamenti previsti sono di tipo psicologico, farmacologico o combinato.
Il trattamento farmacologico mira a contenere il sintomo ma non elimina la causa che produce l’ansia (tranne che per alcune condizioni mediche specifiche). Può essere utile per contenere i sintomi dell’ansia se questi sono molto intensi ma non si tratta di un trattamento risolutivo. Bisogna fare poi attenzione, come per tutti i medicinali, al loro utilizzo, in quanto la maggior parte dei farmaci utilizzati per l’ansia non può essere utilizzata per lunghi periodi di tempo a causa degli importanti effetti collaterali prodotti.
Quindi, se l’obiettivo è quello di liberarci dall’ansia che proviamo, allora è richiesto un trattamento di tipo psicologico, che miri ad individuare e gestire le cause dell’ansia, in modo da liberare il soggetto da questa condizione di malessere.
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