Fasi della risposta ansiogena
Ora che conosciamo le parti chiave, andiamo a vedere qual è la catena di eventi che si innesca quando siamo ansiosi, stressati o impauriti:
- In principio, tutto parte dai nostri sensi. La vista e il suono vengono elaborati dal talamo, che funziona da filtro per i segnali in arrivo e li inoltra all’amigdala o alla corteccia. Gli odori e il tatto vanno invece direttamente all’amigdala bypassando del tutto il talamo (questo è il motivo per cui gli odori spesso evocano ricordi o sensazioni potenti).
- Tra i segnali proveniente dai sensi, quelli associati a minaccia vengono immediatamente elaborati per attivare la risposta alla paura:
- Si attiva l’asse ipotalamo-ipofisi-surrene, responsabile della produzione di cortisolo, l’ormone dello stress.
Livelli troppo alti di cortisolo fanno andare in cortocircuito le cellule dell’ippocampo rendendo difficile organizzare il ricordo. È per questo motivo che i ricordi relativi a traumi e esperienze molto stressanti sono spesso frammentati e carenti di contesto. - Si attiva anche il locus ceruleus che fa aumentare l’attività del sistema nervoso simpatico, provocando l’accelerazione del battito cardiaco, l’aumento della pressione sanguigna e l'iperventilazione dei polmoni.
La traspirazione aumenta e le terminazioni nervose della pelle formicolano, provocando la pelle d'oca. I sensi diventano iperattivi e ci blocchiamo per un momento. Contemporaneamente l’adrenalina inonda i muscoli preparandoci a combattere o scappare.
Il cervello sposta l’attenzione dalla digestione per concentrarsi sui potenziali pericoli e a volte provoca l’evacuazione del tratto digestivo attraverso minzione, defecazione (da qui il detto “farsela addosso dalla paura”) o vomito.
Questa è la superstrada: succede tutto prima di sentire coscientemente la paura.
- Solo dopo che la risposta alla paura è stata attivata, la mente cosciente entra in azione.
Alcune informazioni sensoriali prendono infatti un percorso più lento, dal talamo alla corteccia. Quest’ultima decide se le informazioni sensoriali giustificano una risposta alla paura.
Se la paura è una vera minaccia nello spazio e nel tempo, la corteccia segnala all'amigdala di continuare a rimanere in allerta, altrimenti il segnale si interrompe e la tensione diminuisce.
La paura è una risposta essenziale per la sopravvivenza. Tuttavia, l'ansia è una paura di qualcosa che non può essere localizzato nello spazio e nel tempo. A volte succede infatti che, nonostante non vi siano minacce in vista, percepiamo comunque un’
ansia costante.
Molto spesso è innescata da
qualcosa che di per sé non è minaccioso ma è associato a un ricordo pauroso. Questo sembra essere causato dal BNST, responsabile della cosiddetta ansia anticipatoria, ossia quello stato di allerta che si attiva in previsione di un pericolo che non è attualmente presente. Il pericolo non si concretizza ma il BNST rimane attivo, mantenendo l’ansia per lungo tempo.
Questa situazione può essere debilitante per il soggetto e compromettere il ciclo sonno-veglia, oltre ad interferire negativamente con il funzionamento in aree importanti della sua vita: lavoro, socialità e affetti.